La selezione del personale deve avvenire in periodi di calma non di emergenza. Ma anche nei periodi di calma si ha davvero poco tempo, nessuno vuole sprecarlo, quindi deve essere ottimizzato. Vi suggerisco delle semplici regole che aiuteranno già nel primo incontro, a capire chi si ha di fronte. Tutti si ritengono all’altezza della posizione durante il colloquio, altrimenti non sarebbero lì.

Bisogna ricercare la qualità, non la quantità. Non è importante l’età e gli anni di esperienza, ma la qualità del lavoro che ha rivestito nei ruoli precedenti e le tipologie d’esperienza che hanno formato la risorsa.

Innanzitutto l’annuncio deve essere chiaro e diretto. Deve elencare le caratteristiche indispensabili per occupare il ruolo, e soprattutto descrivere bene il ruolo che andrà ad occupare la risorsa. Comprensivo di orari e turnazioni. Lo stipendio è sempre meglio trattarlo in fase di colloquio in modo da poter misurare e quantificare in modo proporzionale alla professionalità. In fase di colloquio:

- Non essere impreparati ma rivisionare il cv, selezionato precedentemente prima dell’incontro.
- Fare domande che vadano a ripercorrere il cv in maniera da valutare la veridicità di quest’ultimo.
- Mettere alla prova fin da subito la risorsa con domande tecniche e parlando magari in inglese se è necessità riportata nell’annuncio. Se possibile fare anche delle prove pratiche. Come? Cercate un potenziale cameriere con esperienza. Fate preparare dal vostro barista un caffè e fatevelo servire dalla risorsa. Già da pochi movimenti e da cosa vi porta (zucchero,tovagliolini ecc…) capirete il livello di professionalità.

Una volta selezionate le persone apparentemente idonee per ricoprire il ruolo, provarle per almeno 3 giorni. Il primo giorno è d’adattamento, il secondo si dovrebbe già constatare la presenza d’esperienza pregressa nel ruolo, il terzo si deve chiarire se la risorsa è all’altezza o meno del ruolo. Solo così potremo valutare al meglio una risorsa, senza sprecare tempo noi e far sprecare tempo a lei.

E ricordiamoci che l’impegno non è una dote ma una caratteristica imprescindibile per poter lavorare.