Sono sostanze di derivazione animale con cui il vino è entra in contatto che poi, al termine del processo, vengono rimosse. Non essendoci garanzia che queste sostanze non lascino tracce, non si può affermare che la produzione del vino è cruelty free. Per questo diverse aziende preferiscono usare coadiuvanti alternativi di origine vegetale e minerale per purificare e chiarificare i loro vini, ad esempio, la cellulosa e le farine fossili.
Anche i materiali utilizzati per l’imbottigliamento devono seguire questa regola, quindi, per attaccare le etichette alle bottiglie è assolutamente bandita la colla di pesce o altri tipi di colle prodotte con gelatine animali. Inizialmente per dichiarare che il proprio vino era vegano, non esistendo un disciplinare, era sufficiente un’autocertificazione, che aveva il semplice ed unico scopo di diversificare il prodotto.
Ora che i vini vegani si stanno diffondendo nel mercato italiano, si necessita di certificazioni ufficiali per poterlo dichiarare tale. La certificazione ufficiale di Icea, ha definito un processo disciplinare ben preciso al quale l’azienda vinicola si deve attenere se vuole che il proprio vino sia dichiarato vegano. Un'altra certificazione è rilasciata da Qualità Vegetariana Vegana, promosso dall’Avi (Associazione Vegetariana Italiana), tra le realtà più accreditate in Italia per questo tipo di certificazioni.
Per tranquillizzare gli scettici, il vino vegano, è un vino di ottima qualità che oltre ad essere “etico” perché appunto non prevede l’uso di sostanze di origine animale è anche sano perché completamente vegetale, come naturale che sia…